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Gli Ulivi

 

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La coltivazione e l’amore per il territorio hanno portato Anidagri alla ricerca e alla salvaguardia dei prodotti tipici. In particolare le cultivar del nostro oliveto comprendono la qualità taggiasca, ascolana, maurino, leccino, moraiolo, leccio del corno, olive frantoio. Le varietà liguri e toscane sono inserite nella nostra realtà da circa un anno. Dopo la messa a dimora delle piante abbiamo seminato prendendo come riferimento l’agricoltura naturale di Fukuoka: ovvero agire senza alcun tipo di diserbante chimico, senza lavorare il terreno e con l’uso della pacciamatura per aiutare il terreno a raggiungere naturalmente la sua fertilità. Le varietà che seminiamo sono la bietola, il finocchio, la rucola, la calendula, l’erba medica. In questo modo è stato possibile evitare lo smottamento della terra durante le piogge e non da meno, l’intera produzione ha coperto la richiesta alimentare del Centro e dei suoi clienti. Infine le piante sono state lasciate andare a seme, per cui siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto.

I Suini Bradi

 

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La tecnica di allevamento all’aperto dei suini bradi qui utilizzata presso l'azienda agricola Anidagri, si differenzia dall’allevamento in porcilaia per l’impiego di ampie superfici di terreno recintate, all’interno delle quali i suini dispongono di zone funzionali predisposte e attrezzate per l’abbeverata, l’alimentazione e il riposo. Normalmente si utilizzano recinzioni, strutture e attrezzature di tipo mobile per agevolarne il periodico trasferimento sui diversi appezzamenti destinati all’allevamento. Caratteristica di questa forma d’allevamento, infatti, è la pratica di ruotare i recinti nell’ambito di un idoneo piano aziendale di avvicendamento colturale, finalizzato a massimizzare lo sfruttamento agronomico dei nutrienti contenuti nelle deiezioni rilasciate dai suini sul terreno e a minimizzare, al tempo stesso, i fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, l’erosione del suolo e i danni alla vegetazione.

I suini bradi in Liguria
Il Progetto Dimostrativo "L'allevamento del suino all'aperto" è nato prendendo spunto dal fatto che l'allevamento dei suini bradi è stata una pratica utilizzata largamente nel passato (legato soprattutto agli usi civici dei boschi e dei pascoli, dove vi erano querce o castagni), ed ancora tuttora diffusa in svariati areali agricoli (in Spagna e Portogallo, in Italia, soprattutto in Toscana e regioni centrali e insulari) e garantisce la possibilità di integrare il reddito dell'azienda senza investimenti eccessivamente onerosi e rispetta le normative attuali riguardanti l'allevamento animale (benessere; qualità della carne e dei prodotti; rispetto delle normative ambientali).
Parallelamente a queste considerazioni, si è notato come l'area dell'entroterra ligure fosse particolarmente adatta all'allevamento all'aperto del suino, per la presenza di numerose aree boschive abbandonate (quercete e castagneti puri o misti) o comunque non sfruttate a livello produttivo, oltre che per le particolari caratteristiche climatiche, sufficientemente miti da consentire allevamenti all'aperto nel corso di tutto l'anno.

 

Piante Officinali

 

 erbe officinali spontanee

Molte piante officinali sono velenose e quindi si devono usare con cautela.

Sullo sviluppo e la quantità dei principi attivi esercitano un’azione sensibile il clima e il terreno: piante di un clima caldo secco sono mediamente più aromatiche che non le stesse cresciute in climi temperati freddi.

Importante è anche l’epoca della raccolta: l’epoca più adatta (il cosiddetto ‘tempo balsamico’) è quella in cui le parti sono più ricche di sostanze utili e coincide quasi sempre con la fioritura.

La conservazione. Quasi tutte le droghe vanno conservate e il mezzo più comune per mantenerle in buone condizioni è quello di disseccarle; l’essiccamento è tanto migliore quanto più è rapido e completo. Viene impiegata spesso anche la liofilizzazione.


Moltissime le piante officinali spontanee anche in Italia, tra cui Asteracee (arnica, assenzio, camomilla), Apiacee (anice, prezzemolo ecc.), Lamiacee (lavanda, menta, salvia, timo ecc.). Numerose piante officinali sono utilizzate anche come piante aromatiche in profumeria, pasticceria, enologia, gastronomia.

Le Aromatiche

 

 piante aromatiche


Anticamente le piante aromatiche in giardino non erano, come accade troppo spesso alle piante aromatiche odierne, relegate nell’orto ma erano così importanti che si dedicava loro una parte del giardino stesso.
Nel Medioevo  le piante aromatiche in giardino erano impiegate dai monaci e dagli speziali per curare numerose malattie infatti in quel tempo lontano non vi erano altre medicine che quelle vegetali. Le piante aromatiche in giardino quindi venivano accostate ad alberi da frutto, a ortaggi e a rose protagoniste insieme con  le piante aromatiche della bellezza del giardino stesso. Le piante aromatiche  a quei tempi  avevano il posto d’onore in un terreno attentamente coltivato che veniva gelosamente difeso sia dagli animali selvatici che da estranei spesso malintenzionati. Ciascun convento possedeva un orto giardino dove insieme agli ortaggi e alle rose facevano bella mostra di sé numerose piante aromatiche e anche piante selvatiche che adesso non sono più coltivate come tutto il numeroso gruppo delle piante tintorie che serviva a tingere vesti e stoffe. Sono passati svariati secoli da quei tempi e per lungo tempo le piante aromatiche in giardino non hanno più potuto starci lasciando il posto a tutta una variegata serie di piante ornamentali. Ultimamente sono state riscoperte dai più famosi architetti del verde e dall’Inghilterra è iniziata la moda di mettere le piante aromatiche in giardino anzi di metterle in risalto piantandole in aiuole a loro dedicate. Questa tendenza ha preso piede anche in Italia dove vi sono giardini che valorizzano delle piante aromatiche che non molto tempo prima venivano nascoste negli orti.

Tipica pianta aromatica del Tigullio

I Piccoli Frutti

 

 Piccoli frutti

La parola piccoli frutti designa gli arbusti o liane che producono frutti piccoli. I più conosciuti sono il lampone, la fragola, il mirtillo, il ribes nero, il ribes rosso, senza dimenticare le more. Questi vegetali non sono ingombranti nel giardino. Hanno pure il vantaggio di produrre frutti dal primo anno della messa a dimora.

Quando mettere a dimora i tuoi piccoli frutti?
I piccoli frutti vengono messi a dimora da inizio ottobre a metà maggio.
Come mettere a dimora i tuoi piccoli frutti?
- Le piante a radici nude: immergi in una poltiglia d'acqua e di terra le piante vendute a radici nude. Pota al 2/3 per una buona ramificazione e la formazione di una ciottola.
- Le piante in vaso: Le piante a piccoli frutti venduti in vaso devono essere messe a dimora come gli arbusti in contenitore:
• Immergi la zolla con il vaso
• Fai una buca larga 3 volte il diametro del vaso.
• Disponi poi letame o concime e copri di terriccio o terra buona. Togli la zolla dal vaso.
• Interra poco profondo la pianta del piccolo frutto.
• Riempi e comprimi.
• Annaffia abbondantemente.
• Finisci col potare i rami di una decina di centimetri.

A quale distanza mettere a dimora i piccoli frutti?
La densità di piantagione dei piccoli frutti deve essere di 4/6 piantine al mq, ossia una distanza di 20/30 cm da una piantina all'altra.

Piantare i piccoli frutti in vaso
Certi alberi e arbusti sono una scelta ottima per una coltivazione in vaso. Ribes nero, Ribes rosso, Viti, Mirtillo, Lamponi si sviluppano benissimo in vaso.
Scegliere un contenitore profondo e largo minimo 50 cm, drenato con palline di argilla espansa o cocci di terracotta. Come per le rose in vaso, il substrato dovrà essere ricco, e composto in parti uguali di terra da campo e terriccio da piantagione (terra di brughiera per il Mirtillo e la pianta di cranberry). Le fragole si accontentano di contenitori profondi 30 cm, con la stessa miscela terrosa.
Al momento della messa a dimora e ad ogni anno di coltura, è necessario nutrire il terreno con letame o compost ben decomposto.
Ognuno ha le sue esigenze:
- I lamponi necessitano di un terreno ricco di azoto. Il lampone si pota a seconda della varietà.
- Il ribes nero ama la potassa e il fosforo per fruttificare bene.
In generale, evita i concimi minerali che sono nefasti per la crescita degli arbusti.
- La mora necessita di una potatura dei rami che hanno portato i frutti.
- Le fragole necessitano di sarchiature e annaffiature alternate. Le fragole amano i concimi ricchi di potassa.
- La vite esige una posizione soleggiata e riparata.